+ Dal Vangelo secondo Luca (17,5-10)
In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!».
Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe.
Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stríngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».
Commento
Di fronte alle prove della vita sperimentiamo spesso la lontananza dal Signore, la sua assenza, la nostra scarsa fede che non ci sostiene nel travaglio; arriviamo al punto di chiudere la porta al Signore.
I testi che la liturgia ci propone offrono uno straordinario esempio di verità nel rapporto con Dio: il profeta Abacuc, circondato da violenza ed incomprensioni, non ha paura di innalzare il proprio grido disperato a Dio, chiedendo il perché del suo non agire; i discepoli, dopo che Gesù ha annunciato loro scandali e persecuzioni a cui andranno incontro, chiedono al Signore che accresca la loro fede.
Confidiamo sempre nell’amore del Signore, ricorrendo a lui con fiducia anche quando ci sembra di non ottenere una risposta immediata, perché «non tarderà» nel manifestarsi a noi.
Dal “Calendario del Patrono d’Italia 2022” – Ed. Biblioteca Francescana – Milano