+ Dal Vangelo secondo Giovanni (6,24-35)
Lectio Divina
FAME DI PANE, FAME DI DIO
Dice Sant’Agostino che “Il Vangelo di Giovanni è al tempo stesso abbastanza profondo da permettere a un elefante di nuotarci dentro e abbastanza basso da non far annegare un bambino”.
Il che significa che può parlare a un bambino e allo stesso tempo può essere scrutato più e più volte donandoci sempre qualcosa di nuovo.
Infatti la pericope che la Madre Chiesa ci offre in questa XVIII domenica del Tempo ordinario dell’anno B è piena di allusioni scritturistiche. E allo stesso tempo la metafora di Gesù che si presenta come il “pane della vita” è tanto semplice che anche un bambino può comprenderla. Si legge infatti al v.35 « Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!». Anche nel linguaggio comune, parlare di pane significa alludere a qualcosa di vitale: non si è mai stanchi del pane. Gli altri cibi sono buoni, gustosi, succulenti … ma dopo un po’ ne siamo sazi. Non così per il pane. In modo analogo, Gesù presentandosi come Pane della vita sembra dirci: tutto il resto trova senso e significato in me, senza di me niente di tutto il resto può saziare realmente i vostri desideri più profondi.
Una piccola sottolineatura: non significa fare una “classifica” di cosa è meglio o, ancor peggio, dire che conta solo Gesù e il resto no. Significa invece che Gesù dà senso a tutto il resto. E’ quello che il Vangelo di Matteo esprime parlando della perla preziosa: Essa è tale non perché migliore delle altre perle, ma perché è quella che dà senso a tutte le altre.
Quando questo passaggio avviene all’interno di un cuore, ecco che ogni evento della vita non resta più solo schiacciato sul presente, ma viene inteso come segno (siamo nel Vangelo di Giovanni) del Suo amore, della Sua gloria, della Sua fedeltà: ecco perché ci viene proposto nella prima lettura il racconto della manna e il salmo nella liturgia eucaristica “risponde” alla prima lettura cantando le meraviglie del Signore: Ciò che abbiamo udito e conosciuto e i nostri padri ci hanno raccontato non lo terremo nascosto ai nostri figli, raccontando alla generazione futura le azioni gloriose e potenti del Signore e le meraviglie che egli ha compiuto.
Sr.Maria Gioia – Monastero di Bra