+ Dal Vangelo secondo Matteo (9,27-31)
In quel tempo, mentre Gesù si allontanava, due ciechi lo seguirono gridando: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi!».
Entrato in casa, i ciechi gli si avvicinarono e Gesù disse loro: «Credete che io possa fare questo?». Gli risposero: «Sì, o Signore!».
Allora toccò loro gli occhi e disse: «Avvenga per voi secondo la vostra fede». E si aprirono loro gli occhi.
Quindi Gesù li ammonì dicendo: «Badate che nessuno lo sappia!». Ma essi, appena usciti, ne diffusero la notizia in tutta quella regione.
Commento
Per quanto uno parta dal basso, per quanto sia povero e senza mezzi il suo fine è sempre quello: la felicità. E più si è toccato il fondo e si è provata la desolazione, più piena sarà la soddisfazione e immensa la gioia del cuore.
Ma non si tratta di un sentire effimero, provocato da piccole soddisfazioni che passano facilmente nel dimenticatoio: qui si promette il compimento del desiderio, l’umano che si realizza pienamente e conquista lo stato che non andrà perduto. Rallegrarsi nel Signore è il modo più sicuro per non sprofondare mai più nella disperazione che pure tante volte ci attanaglia.
Ma quando siamo felici non dobbiamo accontentarci che sia per noi soli: Dio ama tutti gli uomini. Perché la nostra felicità è la sua gloria, e non può lasciare nessuno escluso.
Dal “Calendario del Patrono d’Italia 2022” – Ed. Biblioteca Francescana – Milano