+ Dal Vangelo secondo Marco (10,17-21)
In quel tempo, mentre Gesù usciva per mettersi in viaggio, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere la vita eterna?».
Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, non frodare, onora il padre e la madre».
Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù, fissatolo, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dàllo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi».
Commento
Che grazia una vita così.
Senza la morte che interrompe l’armonia dei rapporti; la sensazione struggente di perdita. Nessuna lamentela per le ingiustizie subite, nessuna agitazione frenetica per raggiungere obiettivi che paiono impossibili.
Lo crediamo davvero che succederà? Qui sta la promessa: che il passato, che non è stato in grado di compensare tutti i nostri desideri, è definitivamente superato. Ora si è aperta una nuova prospettiva dove succederà proprio il contrario di quello che abbiamo patito. Questa speranza non ci deve far vivere la vita terrena come una faticosa attesa di qualcosa che avverrà.
Il regno di Dio, anche se non ancora completamente realizzato, è già qui. Sta a noi scorgere i germogli che stanno per diventare fiori e frutti.
Dal “Calendario del Patrono d’Italia 2024” – Ed. Biblioteca Francescana – Milano