+ Dal Vangelo secondo Marco (6,53-56)
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli, compiuta la traversata fino a terra, giunsero a Gennèsaret e approdarono.
Scesi dalla barca, la gente subito lo riconobbe e, accorrendo da tutta quella regione, cominciarono a portargli sulle barelle i malati, dovunque udivano che egli si trovasse.
E là dove giungeva, in villaggi o città o campagne, deponevano i malati nelle piazze e lo supplicavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello; e quanti lo toccavano venivano salvati.
Commento
A qualcuno piace la notte, o il buio che sopraggiunge a metà pomeriggio dell’inverno: dà un senso di intimità e di mistero. Ma quando al mattino spunta la luce gli animi si sollevano e riprendono coraggio.
Dio ha fatto bene tutte le cose, ma la luce è stata la sua prima e, diciamolo pure, migliore invenzione. E non è stato a cincischiare, come facciamo noi che abbiamo paura di guardare le cose come sono e a chiamarle col loro nome. Dio sapeva che prima di tutto andava fatta un po’ di chiarezza, perché si potesse distinguere il bello dal brutto, il bene dal male, i pericoli dalle sicurezze. E così ha rischiarato l’orizzonte. Prima di tutto.
Ringraziamolo con gioia, ogni volta che la luce toglie ombre al nostro cammino, inciampi, ansie: sia benedetta la luce!
Dal “Calendario del Patrono d’Italia 2025” – Ed. Biblioteca Francescana – Milano