+ Dal Vangelo secondo Giovanni (15,4-10)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso, se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me, viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli.
Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti dei Padre mio e rimango nel suo amore».
Lectio Divina
L’amore di lui rende felici, la contemplazione ristora, la benignità ricolma. Sono parole scritte da santa Chiara, di cui oggi celebriamo la nascita al cielo, ad Agnese di Praga nella sua quarta lettera. Il Vangelo di Giovanni che ascoltiamo in occasione di questa festa coglie bene ciò che Chiara ha inseguito e vissuto nella sua vita: rimanere nell’amore di Cristo, povero e crocifisso.
La quarta lettera è stata scritta nel 1253, anno della sua morte, e questo ci fa pensare quanto la relazione con Dio sia dentro un cammino di tutta una vita, bello, ma anche faticoso, incerto, a volte anche senza sapere dove si va, come pellegrine e forestiere, per usare un’espressione di santa Chiara.
Io sono la vite, voi i tralci. Rimanete nel mio amore.
Rimanere. Che avventura il rimanere, fermarsi, stare dentro la relazione con il Signore, ascoltare ciò che si muove nel nostro cuore per toccare ciò che siamo in verità e trovare lì la vera via della vita. Invece siamo spesso tentati di andare da un’altra parte, di nutrirci di altro. Questo lo sperimentiamo maggiormente oggi con i mezzi di comunicazione che abbiamo a disposizione. Siamo ovunque, ma in nessun posto, con tutti ma soli. E questo ci rende tristi, anche se non ce ne accorgiamo, proprio perché non ci fermiamo ad ascoltarci.
Ma la vera gioia è proprio nel rimanere tralci, tralci attaccati alla vita, a Gesù, e potati dal Padre, l’agricoltore. Come avviene la potatura? Attraverso la sua Parola. Voi siete già mondi a causa della Parola.
In Gesù noi troviamo ciò di cui abbiamo bisogno, cioè la relazione, una relazione che a partire da Lui si apre ai fratelli e sorelle in umanità, perché la nostra vita si compie nelle relazioni, nella comunione.
Alleniamoci ogni giorno a rimanere, a stare attaccati a Gesù, a cercarlo, non per un tornaconto ma per gustare la relazione con Lui, e, come Chiara sperimenteremo la gioia e la vita che nessun altro ci può donare.
Buona festa!
Anna – Monastero di Lovere