+ Dal Vangelo secondo Giovanni (15,1-8)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».
Commento
Nel 1999 san Giovanni Paolo ii mi ha dichiarata compatrona d’Europa, tracciando una breve storia della mia vita. Prima come sposa felice e madre di otto figli, tra cui Caterina, santa pure lei: in famiglia pregavamo, studiavamo la bibbia, aiutavamo i poveri.
Quando mi ritrovai vedova, avvertii che il Signore mi chiamava ad una nuova missione, con grazie mistiche straordinarie, in un momento critico della storia e della Chiesa. Fondato l’Ordine del SS.mo Salvatore mi ha fatto parlare al papa, perché rientrasse da Avignone; ai principi, perché finisse la guerra dei Cent’anni; al clero e al popolo cristiano, anche con ammonizioni severe, perché ci si impegnasse secondo i disegni di Dio.
Ho pellegrinato parecchio, e se sono riuscita a fare quel che ho fatto, è solo perché ero un tralcio unito a Gesù.
Dal “Calendario del Patrono d’Italia 2024” – Ed. Biblioteca Francescana – Milano