+ Dal Vangelo secondo Luca (11,47-54)
In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Così voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite.
Per questo la sapienza di Dio ha detto: “Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno”, perché a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo: dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccarìa, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione.
Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito».
Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca.
Commento
Mi risuona dentro l’immagine della chiave. Essere chiave: mi piacerebbe un sacco.
Una chiave un po’ speciale: che non chiude mai la vita, ma sempre la apre. Chiave che riempie di senso ogni esistenza spalancandone le porte sull’orizzonte di Dio. Chiave che si infila anche nelle serrature più strette e dischiude inaspettatamente sentieri di luce. Chiave per fare breccia nei cuori dei piccoli e degli sfiduciati e incidere su di essi le parole dell’amore. Chiave del paradiso, che mostra la bellezza di camminare insieme con il vangelo in mano; e questo è già paradiso. Chiave che apre le porte di casa, facendo gustare la gioia dell’ospitalità e il profumo delle cose semplici. Chiave che lascia entrare e non impedisce di uscire.
La chiave dell’amore. L’amore come chiave, per una vita piena.
Dal “Calendario del Patrono d’Italia 2023” – Ed. Biblioteca Francescana – Milano