+ Dal Vangelo secondo Marco (6,53-56)
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli, compiuta la traversata fino a terra, giunsero a Gennèsaret e approdarono.
Scesi dalla barca, la gente subito lo riconobbe e, accorrendo da tutta quella regione, cominciarono a portargli sulle barelle i malati, dovunque udivano che egli si trovasse.
E là dove giungeva, in villaggi o città o campagne, deponevano i malati nelle piazze e lo supplicavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello; e quanti lo toccavano venivano salvati.
Commento
Come la folla del brano odierno, anche noi andiamo alla ricerca del Signore presentandogli i nostri malati e, insieme, la supplica che sale dal nostro cuore ferito dalle fatiche della vita: sofferenze fisiche o psichiche, famiglie in affanno per legami che si logorano e per l’assenza di sicurezze economiche, giovani in cerca di un senso da dare alla propria vita…
Di fronte a questa marea umana, il Signore Gesù non rimane impassibile, ma anzi ci mostra il volto del Padre e le sue viscere di misericordia, e lo fa come solo lui può fare: «e quanti lo toccavano venivano salvati». Gesù ci salva, non tanto dalla malattia del corpo o dell’anima, ma dalla disperazione, dal sentirci soli in questa valle di lacrime.
Non abbiamo timore di ricorrere a lui, per ritrovare in Dio la nostra speranza!
Dal “Calendario del Patrono d’Italia 2023” – Ed. Biblioteca Francescana – Milano