San Giuseppe Lavoratore – Memoria

+ Dal Vangelo secondo Matteo (13,54-58)

In quel tempo, Gesù venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.

Commento

Le mani di Dio sono mani sporche di terra. Dio è quell’agricoltore paziente che sa ascoltare il tempo, che conosce il terreno che sta coltivando e sa aspettare la crescita delle piante e il tempo dei frutti. Ma è anche quel contadino sapiente che non ha paura a potare la pianta perché porti più frutto.

Nel nostro cammino di crescita non possiamo pretendere di portare frutto subito; le potature che Dio compie possiamo vederle concretamente nella nostra vita: quelle occasioni che ci hanno permesso di fruttificare, di far fiorire la nostra vita in pienezza. Ripercorrendo la nostra vita possiamo vedere molti rami secchi, sterili, che non hanno portato frutto e che ci ostacolano. Potare non è rimuovere questi rami ma dargli un senso.

La potatura di Dio è dare senso alla nostra vita.

Dal “Calendario del Patrono d’Italia 2024” – Ed. Biblioteca Francescana – Milano