San Giuseppe da Copertino, francescano – memoria

+ Dal Vangelo secondo Luca (7,1-10)

In quel tempo, Gesù, quando ebbe terminato di rivolgere tutte le sue parole al popolo che stava in ascolto, entrò in Cafàrnao.
Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire. Il centurione l’aveva molto caro. Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo. Costoro, giunti da Gesù, lo supplicavano con insistenza: «Egli merita che tu gli conceda quello che chiede – dicevano –, perché ama il nostro popolo ed è stato lui a costruirci la sinagoga».
Gesù si incamminò con loro. Non era ormai molto distante dalla casa, quando il centurione mandò alcuni amici a dirgli: «Signore, non disturbarti! Io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto; per questo io stesso non mi sono ritenuto degno di venire da te; ma di’ una parola e il mio servo sarà guarito. Anch’io infatti sono nella condizione di subalterno e ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa».
All’udire questo, Gesù lo ammirò e, volgendosi alla folla che lo seguiva, disse: «Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!». E gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito.

Commento

Camminando per le strade della Galilea Gesù proclama la buona notizia del regno. ascolta le suppliche dei malati e di chi intercede per la loro guarigione.

Un centurione romano, che confida in Gesù, ha un servo amato gravemente malato, ma non osa parlare con il maestro; allora gli manda alcuni giudei importanti a intercedere per il suo servo. Egli non conosce il vangelo, ma ci insegna la forza dell’amore che vuole il bene del fratello. Gesù si mette in cammino per andare da lui, ma il centurione con grande e umile fede gli manda a dire che gli basta una sua parola.

Ripetiamo le parole del centurione prima di ricevere Gesù nel pane e nel vino, perché l’umile conoscenza della nostra indegnità apre la porta della misericordia rendendo anche noi misericordiosi con i fratelli e le sorelle.

Dal “Calendario del Patrono d’Italia 2023” – Ed. Biblioteca Francescana – Milano