+ Dal Vangelo secondo Luca (21,12-19)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza.
Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».
Commento
La nostra più grande paura è quella di essere dimenticati.
Dio invece non si dimentica, anche se la sua attenzione ci può sembrare così stupefacente da faticare a crederlo. Il nostro è un Dio fedele: non ci abbandonerà. Per quanto noi possiamo sentirci lontani da lui, per quanto possiamo essere distratti da altro. Non importa quanto abbiamo fatto per meritarcelo; sarebbe comunque troppo poco rispetto alla grandezza del suo dono. Siamo in esilio, su questa terra, e spesso ci sentiamo perduti; basterebbe che anche noi ci ricordassimo del Signore. E subito ci sentiremmo avvolti dal suo sguardo che non ci perde mai di vista. Che è pronto a consolare ogni ferita che subiamo o che infliggiamo agli altri.
Non ci pensa mai da soli, lui: davanti a Dio siamo sempre un popolo. È questo il suo modo di amarci.
Dal “Calendario del Patrono d’Italia 2024” – Ed. Biblioteca Francescana – Milano