+ Dal Vangelo secondo Matteo (5,13-16)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.
Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa.
Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».
Commento
Due pensieri ci illuminano davanti a questa parola.
Il primo: non dobbiamo inventarci noi la nostra missione! Ce l’affida il Signore, e ce l’affida a favore di qualcuno: la terra, il mondo, gli abitanti della casa. Non per la nostra realizzazione come se qualcosa, provenendo da fuori di noi, ci gratificasse del potere di dare senso e luce ad altri!
Il secondo: voi siete sale, voi siete luce! È una parola rivelatrice dell’identità che il Signore ci dona. Così facendo ci rende partecipi della sua stessa identità: infatti, chi, se non lui dà sapore a tutto ciò che è terreno e luce all’uomo per comprendere se stesso e gli altri? Inoltre, questa parola ci invita alla gratuità: la luce irradia per natura, il sale sala per essenza. Nessuno dei due opera discriminazioni.
Dal “Calendario del Patrono d’Italia 2023” – Ed. Biblioteca Francescana – Milano