+ Dal Vangelo secondo Matteo (5,13-19)
Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.
14Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli.
Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli.
Commento
Mi hanno dato il titolo di Dottore Serafico, penso a causa del modo con cui ho cercato di far risplendere la luce: una tonalità di luce calda, come si legge su alcuni tipi di lampadine.
Dottore perché ho ricercato la sapienza e mi son dato da fare per comunicarla; serafico perché mi son lasciato ardere dell’amore di Dio che vibra nei serafini, quello stesso che ha insignito con le Stimmate san Francesco, che Dante definisce: «tutto serafico in ardore».
Mi è stata donato di tenere insieme l’itinerario verso Dio e l’umiltà nel servire i fratelli, governando con saggezza. Ho lasciato scritto il mio programma: ho interrogato la grazia più che la scienza, il desiderio più che l’intelletto, ho amato la preghiera più che la vasta erudizione.
In Cristo ho visto più lo sposo che non il maestro.
Dal “Calendario del Patrono d’Italia 2024” – Ed. Biblioteca Francescana – Milano