+ Dal Vangelo secondo Matteo (5,33-37)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: “Sì, sì”; “No, no”; il di più viene dal Maligno».
Commento
Questo brano è tratto dal lungo discorso che Gesù, dal monte, rivolge alle folle. Passo dopo passo, Gesù cerca di far comprendere cosa significa vivere da beati, come poter vivere dando compimento pieno alla legge.
Oggi possiamo cogliere il suo invito ad un parlare semplice, sincero, veritiero. Siamo sempre più sommersi da parole, immagini, informazioni di qualsiasi tipo, viviamo connessi, ma quanta verità c’è in tutto quello che vediamo e sentiamo? Sono connesso con la verità? Quanto attingo dalla parola che è via verità e vita?
San Gregorio Magno in una preghiera dice: «Che io non mi stanchi di cercare te nella tua Parola, di chiedere luce a te che mi parli, di bussare alla porta delle scritture con lo sforzo continuo di viverle».
Grazie Signore per il dono della tua Parola.
Dal “Calendario del Patrono d’Italia 2025” – Ed. Biblioteca Francescana – Milano