Sabato della XXV settimana T.O. – Anno pari

+ Dal Vangelo secondo Luca (9,43b-45)

In quel giorno, mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini».
Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.

Commento

Com’è facile Signore ammirarti, stupirsi per le opere meravigliose che compi nella nostra vita. Basta affinare un po’ lo sguardo, aprire il cuore e ci accorgiamo di essere accompagnati da miracoli e bellezza.

Ma non possiamo dimenticare la croce: è lì il miracolo più grande, la condivisione del nostro dolore e della nostra morte da parte di. Non siamo soli. Il nostro Dio non si sottrae alla sofferenza ma la attraversa per redimere ogni dolore, per farsi nostro coraggio, nostra forza, nostra vita.

È un mistero d’amore che stupisce; ma non abbiamo nulla da temere ormai. Prendiamo le nostre croci, teniamo la mano di Gesù, il Figlio dell’uomo e camminiamo con coraggio.

Dalla croce sboccia la vita nuova.

Dal “Calendario del Patrono d’Italia 2024” – Ed. Biblioteca Francescana – Milano