Sabato della XXII settimana T.O. Anno B

+ Dal Vangelo secondo Luca (6,1-5)

Un sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani.
Alcuni farisei dissero: «Perché fate in giorno di sabato quello che non è lecito?».
Gesù rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell’offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non sia lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?».
E diceva loro: «Il Figlio dell’uomo è signore del sabato».

Commento

Era shabbat quel giorno d’estate; all’alba, seduti accanto a Gesù, l’avevamo ascoltato come sempre rapiti dalle sue parole.

Era il giorno del riposo, giorno santo del Santo, tempo per gioire e lodare il Signore. Eravamo con lui: come non inebriarci di sole e brezza, correndo tra le spighe, godendo dei loro frutti? I nostri corpi di creature nuove in un mondo come appena ricreato dalla sua parola: uomini nuovi, che lodano il creatore nell’armonia del mondo. La legge è per l’uomo, non l’uomo per la legge, ci aveva spiegato; perché la legge di Dio vuole aiutare l’uomo a riscoprirsi libero di lodarlo, felice d’essere sua creatura, ma se perde il suo senso diviene catena e fardello.

Non fuori, ma dentro al cuore nasce tutto, l’amore o l’intenzione malvagia. Un’osservanza formale è priva di senso e vuota, senza la sapienza dell’amore.

Dal “Calendario del Patrono d’Italia 2024” – Ed. Biblioteca Francescana – Milano