+ Dal Vangelo secondo Marco (10,13-16)
In quel tempo, presentavano a Gesù dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono.
Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso».
E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro.
Commento
Dio non ha buttato l’umanità nel mondo senza indicazioni per vivere in pienezza; ci ha messo in condizione di conoscere la struttura del mondo unendo il dono della creazione con la nostra intelligenza.
Dio è un padre di questo tipo: ci dà tutto il necessario, a patto che lo andiamo a cercare; sa che la dignità dell’uomo è la scoperta. La scienza, così preziosa e così difficile da utilizzare senza che diventi un’arma, ci è stata posta innanzi perché diventasse il nostro modo di rispondere con gratitudine alla creazione divina, scoprendone la sua bellezza.
Non sarà lei però, nonostante tutti i suoi progressi, a permetterci di liberarci della premurosa dipendenza da Dio. Molti lo danno per scontato, ma una scienza che dimentica la sua radice creaturale non porta a niente di buono.
Dal “Calendario del Patrono d’Italia 2025” – Ed. Biblioteca Francescana – Milano