“Ho deciso di mettere la pizza nel frigo!”
Così comunicai a mio fratello la mia intenzione di entrare in monastero: era luglio del 1987 e il 13 settembre di quell’anno varcai la soglia della clausura con la mia cara amica Monica. Certo, non avrei potuto scegliere parole più strane, a dir poco banali, eppure mio fratello quel giorno capii al volo, perché usai le sue stesse parole!
Ma andiamo con ordine.
Sono nata a Torino e dai miei genitori ho respirato fin dall’infanzia i valori della fedeltà, dell’amore, della fede: doni per nulla scontati e che solo con il tempo ho imparato ad apprezzare sempre più.
Mio fratello (5 anni più grande di me) che ad un certo punto aveva preso le distanze dal discorso della fede, ha però sempre lasciata aperta la porta della ricerca, dell’interesse e soprattutto del rispetto delle idee altrui.
Fare memoria della mia vocazione, per me è ogni volta occasione per rendere grazie al Signore per come ha accompagnato i miei passi, mettendo insieme “frammenti di vita” che diversamente sarebbero rimasti forse solo pezzi di un puzzle incompiuto.
Dopo le scuole medie arriva il momento della scelta per l’indirizzo scolastico delle superiori: avevo la passione per le lingue e, senza dover studiare per troppi anni (quindi escludendo dal mio orizzonte l’università) era mia intenzione frequentare un istituto tecnico che offrisse anche tanto spazio allo studio delle lingue. E così è stato. “Da grande” sognavo di fare un lavoro che mi permettesse di girare il mondo. Sorrido a questo pensiero ora che mi trovo in clausura, eppure … il Signore esaudisce davvero i desideri più profondi del nostro cuore, ma “a modo suo”!
Mentre frequentavo le superiori, una cara amica mi ha fatto conoscere il gruppo giovanile di una parrocchia molto vivace, che diventerà la mia parrocchia “di adozione”: era la Comunità di S. Bernardino, dove tuttora sono presenti i frati minori. Avevo 16 anni e da quel momento questo luogo e le persone che qui ho incontrato – chi più, chi meno – sono diventate particolarmente significative per il mio percorso umano e di fede. Nella primavera del 1985, con il gruppo giovanile si organizza un pellegrinaggio ad Assisi: era la mia prima volta in assoluto e tutto di quei giorni si è impresso profondamente nel mio cuore, a cominciare dal coro di uccellini, che ci accolse al nostro arrivo, di prima mattina.
Ora a distanza di tanti anni posso dire: là, nella terra di Francesco e di Chiara, il Signore mi stava aspettando! Innanzitutto nel sacramento della riconciliazione, per donarmi la sua misericordia, con un’intensità mai sperimentata prima: un “incontro” davvero bello, in cui mi sono sentita amata, accolta così come sono! Poi tra le varie visite non poteva certo mancare un appuntamento con le sorelle clarisse: due giovani novizie con la loro maestra. Il gruppo dei miei amici ha riempito quelle povere sorelle di una valanga di domande e di curiosità. Io ricordo, invece, di essere rimasta in silenzio, quasi “a bere” le loro parole. Il Signore mi stava pian piano pungolando e dopo quel pomeriggio credo di poter dire che mi lasciò nel cuore tante domande e soprattutto un dono: la vita così “sprecata” di quelle sorelle mi aveva acceso una luce sulle parole di Gesù: “senza di me non potete fare nulla” (Gv 15,5). Iniziai a rendermi conto che stavo progettando la mia vita solo con la mia testa …
Tornai a casa un po’ scombussolata, ma anche con la gioia di un incontro che avrei voluto comunicare a tutti, persino alle mie compagne di classe, più frequentatrici di discoteche che di chiese! Era l’anno della maturità, dovevo mettere la testa sui libri, ci provavo e poi …ogni tanto “partiva”! Nel frattempo, finita la scuola, in quell’estate mi aspettava un’altra ricca esperienza: con alcune amiche mi ero iscritta alla marcia francescana, che mi avrebbe riportato ad Assisi il 2 agosto, festa di S. Maria degli Angeli alla Porziuncola. E poi ancora, con alcuni amici della marcia, sempre in quell’estate, il primo incontro con le Clarisse di Vicoforte… proprio in occasione della festa della Madre S. Chiara!
Intanto procedevo con i progetti per il mio futuro: fare pratica della lingua sul posto. In Inghilterra avevo avuto già qualche possibilità di permanenza presso una mia cugina; ora si trattava di andare in Francia: sei mesi a Parigi, come “ragazza alla pari”, presso una famiglia con due bambine e un bimbo di 9 mesi … che sarebbe stato il mio principale “impegno”! Partii senza conoscere niente e nessuno, con l’entusiasmo dei 20 anni (ancora da compiere!) e tanta fiducia da parte dei miei genitori. Sono stati sei mesi indimenticabili, ricchi di incontri, amicizie, scoperte e … pur distante dalla famiglia e dagli amici della Parrocchia, il Signore non mi aveva “perso di vista” neppure un istante! Quante volte nei miei giri mi ritrovavo sola a pregare in una chiesa!
Ecco, piano piano intuivo che il Signore mi stava chiedendo “qualcos’altro” e l’idea di ripetere la stessa esperienza in altri Paesi mi entusiasmava sempre meno. Nel frattempo, tornata da Parigi, avevo ripreso il cammino con il mio padre spirituale, che mi aiutava a fare sempre più luce dentro di me. Iniziai soprattutto a frequentare il monastero di Vicoforte con una certa regolarità: qui mi sentivo “a casa”.
Si inserisce a questo punto un’altra tessera di questo puzzle: accantonata ormai l’idea di “andare in giro per il mondo” (anche un po’ per “temporeggiare” e chiarirmi le idee sul mio futuro!), non avevo dimenticato l’altra mia passione: i bambini. Questa passione si realizzò con l’iscrizione alla scuola per vigilatrice d’infanzia, ma la “carriera” finì presto: dopo un anno lasciai tutto per entrare in monastero, a 21 anni e mezzo! Forse il Signore voleva farmi capire che dovevo imparare a diventare io, “piccola”, per seguire Lui! E questa è una lezione da imparare ogni giorno!
E la pizza?! Mio fratello guardava un po’ incuriosito questa sorella che trascorreva tante ore in Parrocchia (tra catechismo, gruppi, campi estivi, ecc…) e che ogni tanto “fuggiva” anche a Vicoforte! E sapeva bene cosa c’era a Vicoforte! Un giorno la mia mamma – ormai a conoscenza di tutto! – mi confidò:
< Sai, tuo fratello ha tanta stima di te, per tutto quello fai –anche se lui ha altre idee sulla fede, ecc …- però mi ha detto: “se un giorno Daniela andrà a rinchiudersi nel monastero di Vicoforte, mi sembra come una persona che prepara una bella pizza farcita e poi invece di metterla nel forno, la mette nel frigo …tutto sprecato!”>
Ecco, dopo 35 anni sono qui, a vivere questa vita “sprecata” agli occhi dei più … forse semplicemente per ricordare – prima di tutto a me e poi ad ogni fratello e sorella – che la fonte di ogni nostro operare è il Signore, perché “senza di Lui non possiamo fare nulla!”
Sr Grazia Daniela