+ Dal Vangelo secondo Matteo (5,17-30)
In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «Il Padre mio agisce anche ora e anch’io agisco». Per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo, perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio.
Gesù riprese a parlare e disse loro: «In verità, in verità io vi dico: il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo. Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati.
Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole. Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato.
In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. In verità, in verità io vi dico: viene l’ora – ed è questa – in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno.
Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso anche al Figlio di avere la vita in se stesso, e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo. Non meravigliatevi di questo: viene l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna.
Da me, io non posso fare nulla. Giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
Commento
Dio si prende cura della creazione, di quanti ha creato a sua immagine; ci ama con la tenerezza della madre per il suo bambino.
Ma noi facciamo fatica a convertire la nostra immagine del Dio giudice a quella del Padre misericordioso che sempre perdona. A tutti noi deboli e peccatori ha mandato il Figlio amato, il quale opera compiendo la volontà del Padre che è la nostra salvezza. Gesù e venuto a prendere su di sé le nostre debolezze, a liberarci dal peccato e dalla morte attraverso la croce e la risurrezione. Scandalizza chi è attaccato all’osservanza esteriore della legge: lo condanna perché perdona i peccatori e li chiama a seguirlo, mentre cerca di farlo morire.
Credere in lui ci libera dall’attaccamento a noi stessi, ci insegna ad amare tutti, donando la nostra vita come lui ha fatto.
Dal “Calendario del Patrono d’Italia 2024” – Ed. Biblioteca Francescana – Milano