Mercoledì II Settimana del Tempo Ordinario – Anno dispari

+ Dal Vangelo secondo Marco (3,1-6)

In quel tempo, Gesù entrò di nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata, e stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per accusarlo.

Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati, vieni qui in mezzo!». Poi domandò loro: «È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?». Ma essi tacevano. E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo: «Tendi la mano!». Egli la tese e la sua mano fu guarita.

E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire.

Commento

Sembra che la parola voglia suggerire dica che esistono due modi per affrontare la rabbia.

Quando il vivere ci mette davanti alle nostre (umane) contraddizioni, dentro di noi può risvegliarsi quel fariseo che trasforma la propria opinione, il proprio punto di vista, nell’unica legge, intoccabile e da difendere a spada tratta. Dall’altra parte, invece, può esserci un uomo dalla mano paralizzata, altrettanto arrabbiato, ma incapace di difendersi. Può fidarsi e tendere la mano, senza porre condizioni all’agire di Gesù, senza porre tra il proprio desiderio di essere guarito e la propria condizione di malato.

Beati noi quando, per quanto sembri difficile o impossibile, non ci facciamo paralizzare dalla rabbia ricordando l’importanza e la bellezza del chiedere aiuto al Signore e ai fratelli.

Dal “Calendario del Patrono d’Italia 2023” – Ed. Biblioteca Francescana – Milano