Mercoledì della XXV settimana T.O. Anno Pari

+ Dal Vangelo secondo Luca (9,1-6)

In quel tempo, Gesù convocò i Dodici e diede loro forza e potere su tutti i demòni e di guarire le malattie. E li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi.
Disse loro: «Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né sacca, né pane, né denaro, e non portatevi due tuniche. In qualunque casa entriate, rimanete là, e di là poi ripartite. Quanto a coloro che non vi accolgono, uscite dalla loro città e scuotete la polvere dai vostri piedi come testimonianza contro di loro».
Allora essi uscirono e giravano di villaggio in villaggio, ovunque annunciando la buona notizia e operando guarigioni.

Commento

Sobrietà è l’imperativo per non avere il cuore attaccato ai beni della terra, per indigenza o per abbondanza.

Il discepolo sobrio sa che tutto è dono ed ha l’animo libero per poter servire la parola in ogni dove. Non ha catene che gli appesantiscono il viaggio, ha piedi leggeri. Un giusto distacco dalle cose e da se stesso per la fiducia nella provvidenza, per affidarsi a colui che ci ha mandati e non ci lascia soli. San Francesco ce lo ha insegnato: un cuore povero è un cuore affidato a colui che compie meraviglie e lo fa anche attraverso noi; colui che è ogni bene, tutto il bene, il sommo bene.

Che cosa volere di più se non desiderare di spargere con lui e per lui semi d’amore? Chi è più grande, ammirabile, desiderabile del nostro Dio?

Dal “Calendario del Patrono d’Italia 2024” – Ed. Biblioteca Francescana – Milano