Mercoledì della XXIX Settimana T.O. – anno dispari

+ Dal Vangelo secondo Luca (12,39-48)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».
Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?».
Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi.
Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli.
Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche.
A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».

Commento

«Bisogna essere sorpresi per diventare veri» (Michel De Certeau).

È così: proprio nel momento in cui le mie relazioni non sono all’insegna della cura, ma si lasciano sporcare da dinamiche di potere, ecco l’avvenimento autentico: essere sorpreso da Dio; ecco l’inaspettato incontro con la sua presenza, sempre mediata dall’irruzione di un altro. Lo smarrimento di fronte all’incontro inatteso rivela in un solo attimo la verità di me stesso, il mio errore di fondo. Che è vivere la partenza del padrone come assenza, e interpretare il suo ritardo nel tornare come abbandono. Questo mi porta alla disumanità con gli altri.

E allora vieni, Signore, ogni giorno, come un ladro. A rapire ciò che puzza di «mio» (le mie certezze, le mie pretese e difese…) per aiutarmi a ritornare semplicemente servo.

Dal “Calendario del Patrono d’Italia 2023” – Ed. Biblioteca Francescana – Milano