Mercoledì della XXIII settimana T.O. Anno B

+ Dal Vangelo secondo Luca (6,20-26)

In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:
«Beati voi, poveri,
perché vostro è il regno di Dio.
Beati voi, che ora avete fame,
perché sarete saziati.
Beati voi, che ora piangete,
perché riderete.
Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.
Ma guai a voi, ricchi,
perché avete già ricevuto la vostra consolazione.
Guai a voi, che ora siete sazi,
perché avrete fame.
Guai a voi, che ora ridete,
perché sarete nel dolore e piangerete.
Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».

Commento

Beati voi, guai a voi. Non è un parlare generico quello di Gesù: si rivolge proprio a me, in questo momento della mia vita; è come se mi stesse guardando negli occhi.

A che punto sono? Sono felice? Perché non lo sono? Forse preferisco attaccarmi a ciò che per me è ricchezza, non condividere nulla di me, forse il mio cuore è incatenato. Forse ho gli occhi e il cuore pieni di cose futili, che mi lasciano un senso di stordimento, il desiderio di riempire un vuoto che si fa sempre più ampio. Forse non amo abbastanza il mio prossimo, forse non so far entrare davvero l’altro nel cuore. Forse la buona notizia ha perso il suo sapore per me e Gesù, che mi vuole felice, non è davvero al primo posto nei miei affetti, nei miei interessi, nel mio sguardo.

Ecco il tempo di rivedere la mia vita per provare davvero ad essere beata.

Dal “Calendario del Patrono d’Italia 2024” – Ed. Biblioteca Francescana – Milano