Mercoledì della VI settimana T.O. – Anno dispari

+ Dal Vangelo secondo Marco (8,22-26)

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero a Betsàida, e gli condussero un cieco, pregandolo di toccarlo.
Allora prese il cieco per mano, lo condusse fuori dal villaggio e, dopo avergli messo della saliva sugli occhi, gli impose le mani e gli chiese: «Vedi qualcosa?». Quello, alzando gli occhi, diceva: «Vedo la gente, perché vedo come degli alberi che camminano».
Allora gli impose di nuovo le mani sugli occhi ed egli ci vide chiaramente, fu guarito e da lontano vedeva distintamente ogni cosa. E lo rimandò a casa sua dicendo: «Non entrare nemmeno nel villaggio».

Commento

Siamo ormai pieni di colombe, non solo per Pasqua; rappresentano la pace. E noi vorremmo vederle volare intorno al mondo perché non ci fosse più nessuna guerra.

Anche Noè stava combattendo: con le sue paure, con quelle degli abitanti dell’arca, con le acque che lo circondavano e sembravano non finire mai. Poi ecco che la colomba dice il miracolo: la vita ha ripreso a scorrere nel modo giusto. Noè deve aver avuto un sussulto di gioia spianando la fronte: nonostante il disastro generale è stato in grado di cogliere il segnale di bene, pur piccolo come una foglia di olivo, che Dio gli mandava, per sostenere la sua speranza.

Anche se siamo ancora nel caos, da qualche parte tutto si sta pacificando e questa quiete ci raggiungerà. Se guardiamo con attenzione, anche oggi il Signore ci manderà un segno di pace.

Dal “Calendario del Patrono d’Italia 2025” – Ed. Biblioteca Francescana – Milano