Mercoledì della VI settimana di Pasqua

+ Dal Vangelo secondo Giovanni (16,12-15)

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.
Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

Commento

La tentazione è sempre accovacciata sullo zerbino davanti alla porta del cuore.

Quando leggiamo questo vangelo, il rischio è quello di incastrarci solamente nella seconda parte della frase detta da Gesù ai discepoli: «non siete capaci di portarne il peso». Subito parte un’asta al ribasso del nostro valore: ci sentiamo troppo piccoli, incapaci di fare qualcosa di buono, troppo inesperti per una vita di fede, per un rapporto personale con il Signore.

Eppure, la prima parte della frase ci dice che Gesù desidera dirci «ancora molte cose»: su di lui, sul Padre, sulla nostra vita e il senso dell’esistenza di ognuno di noi. Dio si fida di noi anche se non siamo perfetti!

Beati noi quando, mendicanti di amore e di assoluto, sappiamo saziarci con il bicchiere mezzo-pieno offertoci da Cristo.

Dal “Calendario del Patrono d’Italia 2024” – Ed. Biblioteca Francescana – Milano