Mercoledì della V Settimana di Pasqua

+ Dal Vangelo secondo Giovanni (15,1-8)

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».

Commento

L’idea che la circoncisione possa essere una discriminante per ottenere la salvezza è qualcosa a noi completamente estranea. Ma così non è stato ai tempi della prima comunità, quando il conflitto tra la legge mosaica e il comandamento dell’amore sconvolgeva tutte le certezze e scatenava dubbi e sensi di colpa, per alcuni invalicabili.

Eppure la novità di Gesù Cristo ha potuto squarciare il velo e liberare gli uomini dal giogo della legge. Perché allora siamo così pronti a sottometterci di nuovo, barattando la nostra libertà con la sicurezza schiavizzante di tante regole che uccidono la creatività umana?

Dobbiamo ricordarci che il Signore non accetterà a cuor leggero la nostra sottomissione volontaria a qualcosa di diverso dalla dinamica del regno di Dio che si fa carne.

Dal “Calendario del Patrono d’Italia 2023” – Ed. Biblioteca Francescana – Milano