Mercoledì della II settimana di Avvento

+ Dal Vangelo secondo Matteo (11,28-30)

In quel tempo, Gesù disse:
«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Commento

Spesso ci capita di fare questo pensiero: Dio non mi ascolta, Dio non guarda al mio dolore, non mi tira fuori da questa situazione…

Ma perché, nella prova, ragioniamo così? L’arguto romanzo di Lewis «Lettere di Berlicche» smaschera, nel dialogo epistolare che il diavolo Berlicche trattiene con il nipote Malacoda, il motivo di questa nostra tentazione ricorrente: «Bisogna guardare in faccia al fatto che tutto quel parlare intorno al suo [di Dio] amore per gli uomini, e intorno al suo servizio come perfetta libertà, non è (come si vorrebbe allegramente credere) pura propaganda, ma una terribile verità. Egli vuol servi che diverranno in fine, figliuoli. Egli vuol concedere in abbondanza; Egli possiede la pienezza e trabocca».

E, senza imporla, Dio la offre alla nostra libertà. Ogni giorno.

Dal “Calendario del Patrono d’Italia 2024” – Ed. Biblioteca Francescana – Milano