Mercoledì della I settimana di Quaresima

+ Dal Vangelo secondo Luca (11,29-32)

In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire:
«Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione.
Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone.
Nel giorno del  giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».

Commento

Povera e piccola fede che chiede segni cui aggrapparsi per non cadere quando vacilla sotto i colpi della vita.

Alziamo lo sguardo alla croce: quale segno possiamo ancora desiderare? Se credo davvero che quell’uomo trafitto, ucciso e poi risorto, è mio fratello maggiore, che mi mostra la via perduta verso il padre; che attraversa come me e con me la sofferenza e la morte per mostrarmi che al di là c’è l’abbraccio della vita, cosa posso volere di più?

La croce è condivisione dell’oggi di ogni uomo; la resurrezione è condivisione del domani.

Il dolore e la morte non hanno l’ultima parola. Gesù dalla croce ha gridato al padre il proprio sentirsi abbandonato; ma è spirato affidandosi a lui ed al suo amore che custodisce ogni cosa. E la vita ha vinto.

Quale segno pretendiamo ancora? 

Dal “Calendario del Patrono d’Italia 2025” – Ed. Biblioteca Francescana – Milano