Martedì della I Settimana del Tempo di Quaresima

+ Dal Vangelo secondo Matteo (6,7-15)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».
o».

Commento

Avrete sentito che tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, ma questo vale per le vostre parole umane che non sempre mantengono le promesse.

Nel mio caso questo pericolo non esiste: non per niente nella lingua ebraica dabar significa sia parola sia evento: il dire e il fare di Dio sono un intreccio inscindibile; non è un idolo muto, ma ama il dialogo, da sempre. Per questo esisto fin dal principio, e quando il tempo ha avuto inizio mi sono calata nella storia, come acqua benefica che fa fiorire quel deserto che è diventato il mondo per il vostro peccato, ma che può ancora portare frutti di giustizia.

Se mi accogliete nel silenzio, vedrete crescere il bene che io opero, efficace e tenace, nella vostra vita, prima ancora che me lo domandiate. Allora riconoscenti direte: Padre nostro…

Dal “Calendario del Patrono d’Italia 2023” – Ed. Biblioteca Francescana – Milano