Sant’Agnese di Assisi, vergine – Memoria clariana

+ Dal Vangelo secondo Luca (19,1-10)

In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là.
Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!».
Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto».
Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

Commento

Noi andiamo avanti nella nostra vita in un eterno presente, come ci hanno insegnato tutte le più moderne teorie filosofiche e psicologiche. Il passato è passato; il futuro non esiste ancora: non ci resta che l’attimo fuggente.

Sarà pur vero, ma noi siamo fatti di tutto ciò che ci ha costruito e la memoria della bellezza dell’incontro con il Signore è ciò che ci deve dare la forza per continuare a dirci cristiani. Forse abbiamo ricevuto la fede succhiandola col latte materno, forse abbiamo scoperto l’immensità e la bontà di Dio quando già la nostra vita era adulta. Ma in tutti i casi certamente abbiamo un ricordo dei momenti in cui la rivelazione è stata più chiara, la verità di Dio ci ha folgorato.

Teniamo stretti quei ricordi, che rinnovino in noi la consapevolezza del dono ricevuto. E allora potremo continuare a camminare.

Dal “Calendario del Patrono d’Italia 2024” – Ed. Biblioteca Francescana – Milano