+ Dal Vangelo secondo Luca (13,18-21)
In quel tempo, diceva Gesù: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? È simile a un granello di senape, che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami».
E disse ancora: «A che cosa posso paragonare il regno di Dio? È simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».
Commento
Tempo di Dio e tempo dell’uomo.
Con l’incarnazione il tempo dell’uomo è diventato tempo di Dio e quello dell’uomo dovrebbe essere quello di Dio. Il regno portato da Gesù non si impone di colpo togliendo il respiro e la libertà, ma entra nella storia assumendone le dinamiche; corre il rischio di non essere preso in considerazione per la sua piccolezza iniziale. Ha bisogno di tempo per crescere: lascia il tempo all’uomo di comprendere e aderire con il cuore. Qui sta la misericordia di Dio. L’apparente lentezza con cui la presenza di Cristo si estende nel mondo è in verità offerta di corrispondenza amorevole e consapevole.
Così questo tempo di Dio dovrebbe essere l’orizzonte dentro il quale ci muoviamo, un tempo di fiducia dove la vita cresce, si sviluppa, si rinforza e diventa ospitale.
Dal “Calendario del Patrono d’Italia 2024” – Ed. Biblioteca Francescana – Milano