Martedì della XXII Settimana T.O. – anno dispari

+ Dal Vangelo secondo Luca (4,16-30)

In quel tempo, Gesù scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità.
Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!».
Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male.
Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante.

Commento

In giorno di sabato e nella sinagoga: la coordinata temporale e quella spaziale ci portano al cuore della pratica religiosa del popolo d’Israele; proprio lì avviene il primo pubblico scontro con le potenze impure che insorgono, riconoscendo colui che è venuto a liberare l’uomo.

Il potere schiavizzante è terminato, è ridotto al silenzio, mentre l’unica parola che autorevolmente risuona, insegna e scioglie dal male resta quella di Gesù.

L’incontro-scontro che avviene nel luogo e nel tempo sacri suggerisce che forse il rischio di misconoscere o rifiutare Dio è particolarmente insito nell’esperienza religiosa, quando questa diventa un sistema chiuso, arroccato sulle proprie conoscenze, pur teologicamente corrette, ma indisposto a lasciarsi sorprendere dalla novità di Gesù di Nazareth. 

Dal “Calendario del Patrono d’Italia 2023” – Ed. Biblioteca Francescana – Milano