Martedì della XXIX Settimana T.O. – anno dispari

+ Dal Vangelo secondo Luca (12,35-38)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito.
Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli.
E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!».

Commento

La reciprocità nel servizio; miracolo quotidiano.

Penso a tutte quelle volte in cui tento di mettermi a servizio, di dare una mano a qualcuno; all’altro che io credo di servire, ma che alla fine si fa servo di me, della mia felicità. Mi aiuta a uscire da me stesso, a tirar fuori tutto l’amore di cui sono capace; a far brillare la mia umanità nel dono. Come se la debolezza dell’altro risvegliasse dentro di me energia e tenerezza che mai avrei pensato di avere. Dentro quella debolezza si nasconde, mescolata, l’umiltà di Dio. Un Dio capovolto: non con lo scettro in mano, ma con l’asciugatoio cinto ai fianchi. Non un padrone, ma un servo; un Dio che si china ai miei piedi regalandomi vita.

Ecco perché i poveri sono i nostri maestri; ecco perché i poveri li avremo sempre con noi.

Dal “Calendario del Patrono d’Italia 2023” – Ed. Biblioteca Francescana – Milano