Martedì della III settimana di Pasqua

+ Dal Vangelo secondo Giovanni (6,30-35)

In quel tempo, la folla disse a Gesù: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”».
Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo».
Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane».
Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».

Commento

L’atteggiamento della folla ha qualcosa di ironico e di incomprensibile allo stesso tempo: segue Gesù ammirata dai prodigi che compie e poi, mai sazia, chiede un segno. È appena stata sfamata e subito accenna alla manna, un pane che i loro padri mangiarono, ma di cui presto si lamentarono perché troppo leggero.

È la condotta che Stefano denuncia pubblicamente: «Testardi e incirconcisi nel cuore e nelle orecchie, voi opponete sempre resistenza allo Spirito Santo. Come i vostri padri, così siete anche voi». L’unica salvezza per questa gente è prendere sul serio l’invocazione che Giovanni pone sulle loro labbra: Dacci sempre questo pane.

Sciogli, Signore, la durezza dei nostri cuori, per essere docili all’azione dello Spirito e cogliere i segni del regno presente in mezzo a noi.

Dal “Calendario del Patrono d’Italia 2024” – Ed. Biblioteca Francescana – Milano