Martedì della II settimana di Pasqua

+ Dal Vangelo secondo Giovanni (3,7-15)

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito».
Gli replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro di Israele e non conosci queste cose? In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».

Commento

Questo brano esprime in maniera sintetica il significato della crocifissione da parte dell’evangelista Giovanni: la croce è luogo dell’innalzamento glorioso di Gesù, è il trono regale dove avviene già la resurrezione e il dono dello Spirito.

L’icona del Crocifisso di S. Damiano, fondamentale nell’esperienza di san Francesco, bene interpreta la teologia di Giovanni: Gesù è in croce, porta nelle mani e nei piedi le ferite dei chiodi e nel costato lo squarcio della lancia, ma allo stesso tempo ha gli occhi e le braccia spalancate per abbracciare tutti e donare la redenzione.

«Ti adoriamo, Signore Gesù Cristo, anche in tutte le tue chiese che sono nel mondo intero e ti benediciamo, perché con la tua santa croce hai redento il mondo».

Dal “Calendario del Patrono d’Italia 2024” – Ed. Biblioteca Francescana – Milano