Santi Berardo e Compagni, Protomartiri dell’Ordine Serafico – Memoria

+ Dal Vangelo secondo Marco (2,18-22)

In quel tempo, i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Vennero da Gesù e gli dissero: «Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».

Gesù disse loro: «Possono forse digiunare gli invitati a nozze, quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora, in quel giorno, digiuneranno.

Nessuno cuce un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo porta via qualcosa alla stoffa vecchia e lo strappo diventa peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri, e si perdono vino e otri. Ma vino nuovo in otri nuovi!».

Commento

Un teologo del ‘900 chiedeva provocatoriamente: Se ti accusassero di essere cristiano, troverebbero prove contro di te?

I primi martiri francescani non avrebbero avuto dubbi nel rispondere. La prova delle accuse contro di loro era la caparbietà e la testardaggine con cui annunciavano Gesù in terra marocchina, in ascolto dello Spirito e a partire dalla modalità missionaria del loro tempo. Oggi, sicuramente, ci viene chiesto un diverso tipo di testimonianza: ascoltando le parole dello Spirito nella preghiera e nella mensa eucaristica (ma anche in quelle preghiere e in quelle eucaristie che sono la famiglia, il lavoro, la società…) potremmo rinunciare poco per volta a quelle convinzioni capaci di spaccare il dialogo con gli altri, con Dio e con noi stessi. Beati noi, martiri dell’ascolto!

Dal “Calendario del Patrono d’Italia 2023” – Ed. Biblioteca Francescana – Milano