Lunedì della XXXII Settimana T.O. – anno dispari

+ Dal Vangelo secondo Luca (17,1-6)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«È inevitabile che vengano scandali, ma guai a colui a causa del quale vengono. È meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. State attenti a voi stessi!
Se il tuo fratello commetterà una colpa, rimproveralo; ma se si pentirà, perdonagli. E se commetterà una colpa sette volte al giorno contro di te e sette volte ritornerà a te dicendo: “Sono pentito”, tu gli perdonerai».
Gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe».

Commento

Di fronte alla richiesta di Gesù di non essere pietra d’inciampo per il fratello e di perdonare sempre, gli apostoli riconoscono l’impossibilità per l’uomo di farlo con le sole proprie forze.

Solo con il dono della fede possiamo testimoniare il vangelo e donare il perdono. La vita del cristiano non è quella di una persona eroica che con la propria volontà e sforzo opera ciò che umanamente è impossibile. Il cristiano è colui che rinuncia ad agire secondo il proprio istinto per lasciare che sia la grazia ad operare in lui, obbedendo alla parola del Signore.

La fede non è qualcosa che si può accumulare, che uno può dire di avere o non avere, in abbondanza o meno. La fede è dono da richiedere sempre e di nuovo: esiste solo nel momento in cui la agisco.

Dal “Calendario del Patrono d’Italia 2023” – Ed. Biblioteca Francescana – Milano