II Domenica Tempo Ordinario – anno B

+ Dal Vangelo secondo Giovanni (1,35-42)

In quel tempo Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.
Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa maestro – dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.
Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.

Lectio Divina

 

La parola di Dio, oggi, ci aiuta a riandare con memoria grata, a quel pomeriggio che ha segnato una nuova direzione alla nostra vita; così ci esorta la madre santa Chiara: «Memore del tuo proposito, come un’altra Rachele, tieni sempre davanti agli occhi il punto di partenza. I risultati raggiunti, conservali; ciò che fai, fallo bene; non arrestarti; ma anzi, con corso veloce e passo leggero, con piede sicuro, che neppure alla polvere permette di ritardarne l’andare, avanza confidente e lieta nella via della beatitudine che ti sei assicurata». (FF 2875)

Tu sei passato Signore nelle cose ordinarie del quotidiano, nel lavoro, nelle relazioni, negli affetti. Da subito abbiamo intuito che eri un uomo importante per la nostra esistenza, ci hai affascinato e posto in cuore un desiderio altro rispetto all’ordinario. Che cercate? Vogliamo vedere dove abiti, che significa per noi entrare nell’intimità con te, parlare in pace e a lungo con te, conoscerti e fare esperienza di te.

Questo esige un cammino lento e mai concluso dentro il cuore, perché Lui possa venire e stare con noi; illuminanti le parole del padre san Francesco: «E sempre costruiamo in noi un’abitazione e una dimora permanente a lui, che è il Signore Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo». (FF 61)

Così noi vedremo dove sta, cosa pensa, desidera per la nostra storia e per quella dell’umanità.

Spesso tale desiderio ha preso forma in scelte concrete di vita, ciascuno la propria, unica e irripetibile. Ci arda ancora Signore nel cuore quella prima chiamata, perché la nostra risposta a te sia sempre più nella verità e diventi contagiosa per quanti poni sul nostro cammino. A noi l’impegno di essere gioiosi nel testimoniare quanto è bello seguire te, Signore e maestro di vita.

Sorelle Clarisse – Bergamo