+ Dal Vangelo secondo Luca (15,1-125)
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione.
Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».
Commento
Bravi, bravissimi, questi farisei. Impeccabili. Difficile scalfire la loro durezza di cuore, anche perché preferiscono mormorare dietro le spalle di Gesù, piuttosto che dirgli apertamente ciò che si muove nel loro cuore di fronte alle sue trasgressioni.
Ed ecco le due parabole gemelle, semplici, perfino banali a prima vista, ma accomunate da un tratto molto interessante, non solo per i farisei, ma anche per noi: la gioia condivisa. La salvezza non può essere tale se è solo per me! O è diffusiva o non è salvezza.
Ecco perché il cuore dei farisei è così duro: non possono sopportare l’idea che quella salvezza che si sono guadagnati a suon di sacrifici possa essere data in dono a pubblicani e peccatori. Basterebbe così poco…
Dal “Calendario del Patrono d’Italia 2022” – Ed. Biblioteca Francescana – Milano