Giovedì VI settimana di Pasqua

+ Dal Vangelo secondo Giovanni (16,16-20)

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete».
Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: «Che cos’è questo che ci dice: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”, e: “Io me ne vado al Padre”?». Dicevano perciò: «Che cos’è questo “un poco”, di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire».
Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi perché ho detto: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”? In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia».

Commento

Anche le esperienze umane della tristezza e della gioia assumono consistenze diverse se messe in rapporto all’esperienza di Gesù.

C’è una tristezza causata da una vita vissuta nella lontananza da Dio, ed è un campanello di allarme che ci invita a tornare sui nostri passi e riorientare il nostro cuore e le nostre scelte verso il Signore. C’è una tristezza causata dall’ostilità al vangelo, che ci fa sentire il peso di essere testimoni del Signore Gesù, fino al martirio.

La gioia promessa da Cristo non sta nell’assenza della croce ma nella certezza del dono che Cristo ci ha fatto nel suo amore crocifisso: l’angoscia della morte è stata vinta dalla risurrezione di Cristo, nostra unica fonte di gioia.

Dal “Calendario del Patrono d’Italia 2025” – Ed. Biblioteca Francescana – Milano