Giovedì della IV Settimana di Pasqua

+ Dal Vangelo secondo Giovanni (13,16-20)

[Dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù] disse loro:
«In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica.
Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma deve compiersi la Scrittura: “Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno”. Ve lo dico fin d’ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io sono.
In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato».

Commento

Non è il caso di tacere, né per prudenza, né per pigrizia. Il popolo, chiunque si riconosce nell’appartenenza all’umano, merita di ricevere da noi una parola che sostenga, conforti, incoraggi a riprendere il cammino.

Parlare agli altri, senza giudizio o superbia, ma per sollecitudine e amore, è un modo forte per ricordare a noi perché siamo al mondo, per non affogare nelle nostre paure o rimanere impastati nel nostro ego che cerca solo di affermare se stesso. Siamo figli di Dio, araldi del vangelo. Tutti, in ogni situazione, non perdiamo occasione per richiamare i fratelli e soprattutto, così facendo, per richiamare noi alla fedeltà a quell’annuncio che abbiamo ricevuto.

Forse tanto tempo fa, per riuscire a sentirlo come una novità che ci trasforma. Eppure è la nostra unica speranza.

Dal “Calendario del Patrono d’Italia 2023” – Ed. Biblioteca Francescana – Milano