Giovedì della II Settimana di Pasqua

+ Dal Vangelo secondo Giovanni (3,31-36)

Chi viene dall’alto, è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla secondo la terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti. Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua testimonianza. Chi ne accetta la testimonianza, conferma che Dio è veritiero. Colui infatti che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dà lo Spirito.
Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui.

Commento

Pietro e gli apostoli, animati dallo Spirito santo, non hanno più paura, qualunque cosa possa loro accadere.

Sanno di avere un compito: rendere testimonianza di ciò che è accaduto; la morte e la risurrezione di Gesù. Ma anche quello che hanno sperimentato in loro stessi, il miracolo dei loro cuori trasformati, i loro timori divenuti certezze, le loro povere forze trasformate in coraggio. È un debito di riconoscenza.

E noi? Cosa aspettiamo a riconoscere e a testimoniare al mondo le grazie che si sono susseguite nella nostra esistenza? E a raccontarle agli altri che devono sapere com’è l’amore del Padre, perché anche loro non si perdano d’animo e continuino a sperare?

Essere testimoni della misericordia di Dio fatta carne non è solo un compito; è anche un privilegio.

Dal “Calendario del Patrono d’Italia 2023” – Ed. Biblioteca Francescana – Milano