Giovedì della II settimana di Avvento

+ Dal Vangelo secondo Matteo (11,11-15)

In quel tempo, Gesù disse alle folle:
«In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui.
Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono.
Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. E, se volete comprendere, è lui quell’Elìa che deve venire. Chi ha orecchi, ascolti!».

Commento

Eccomi! Mi riconosco: questo sono io!

Un essere impastato di fango, ma anche di cielo, che sperimenta ora la sua fragilità, ora la sua altissima vocazione a essere partner di Dio. Come si può stare dentro questa tensione senza sentirsi divisi, senza abbattersi ed esaltarsi in un’altalena continua di emozioni e stati d’animo? Coltivando la speranza, la più dimenticata delle virtù teologali: questo vermiciattolo, questa larva, questo «disutile servo tuo», come si definiva Francesco d’Assisi, è chiamato a non temere, a stare saldo nella sua piccolezza, perché l’aiuto di Dio si è fatto carne nel Figlio amato.

Ci ha fatto e continuamente ci fa, con la sua misericordia, figli amati: siamo resi per sempre corpo del Figlio.

Dal “Calendario del Patrono d’Italia 2024” – Ed. Biblioteca Francescana – Milano