Domenica VI del T.O. – Anno B

+ Dal Vangelo secondo Marco (1,40-45)

In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro».
Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.

Commento

Sempre san Paolo scrive ai romani: «Colui che mangia, non disprezzi chi non mangia; colui che non mangia, non giudichi chi mangia». Quello che conta è operare per la gloria di Dio e non per la gloria del nostro orgoglio.

Un detto rabbinico suggerisce: «Non sbirciare fuori di sé, non sbirciare dentro gli altri, non pensare a se stessi». Il primo invito chiede di custodire e santificare la propria anima nel modo che è proprio di ciascuno; il secondo raccomanda il rispetto del mistero dell’anima del proprio simile astenendosi dal cercare di penetrarvi in modo indiscreto o per utilizzarlo per i propri scopi; il terzo avverte di non prendere se stessi come fine della vita di relazione con sé e con il mondo.

Digiunare, non digiunare, o qualsiasi cosa deve essere fatta per la gloria di Dio!

Dal “Calendario del Patrono d’Italia 2024” – Ed. Biblioteca Francescana – Milano