Domenica V di Pasqua – Anno C

+ Dal Vangelo secondo Giovanni (13,31-33a.34-35)

Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito.
Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».

Lectio Divina

Ascoltando le letture proposte per la liturgia di questa V domenica del tempo pasquale, mi risuona questa espressione della preghiera del Signore: Come in cielo così in terra…  il cielo nuovo e la terra nuova che scende da Dio, un Dio che offre relazioni nuove con il suo esserci: i singoli saranno un popolo che non avrà più l’esperienza delle lacrime, della sofferenza, dell’odio, della morte, del lutto, del lamento, della fatica di vivere. La sua presenza farà nuove tutte le cose. In questa novità che viene dall’alto, si può collocare la richiesta di Gesù durante l’ultima cena prima della passione e che in questa domenica ci viene ripresentata: amatevi gli uni gli altri in modo nuovo. Questo sarà ed è possibile, realizzabile solo collocandoci stabilmente nel suo cielo, nella sua presenza, nel suo amore il solo che può far nuove le relazioni, che può creare un popolo nuovo che conosce modalità evangeliche per abitare le relazioni. Ora, con la sua gloria cioè con la pienezza e la potenza del suo amore sono nuove anche le relazioni segnate dal peccato. La gloria di Gesù corrisponde all’amore del Padre che fa nuove tutte le cose.  Il come potrebbe dire non uguaglianza, ma intimità. Amarci come Lui ci ha amati indica dove attingere questo amore. Ascoltiamo l’invito di Chiara d’Assisi: Colloca i tuoi occhi davanti allo specchio dell’eternità, colloca la tua anima nello splendore della gloria, colloca il tuo cuore in Colui che è figura della divina sostanza, e trasformati interamente, per mezzo della contemplazione, nella immagine della divinità di Lui. Allora anche tu proverai ciò che è riservato ai soli suoi amici, e gusterai la segreta dolcezza che Dio medesimo ha riservato fin dall’inizio per coloro che lo amano. Senza concedere neppure uno sguardo alle seduzioni, che in questo mondo fallace ed irrequieto tendono lacci ai ciechi che vi attaccano il loro cuore, con tutta te stessa ama Colui che per amor tuo tutto si è donato.  Il pressante invito della nostra santa a collocare tutto di noi è la chiave di volta per amare come Lui. Agostino di Ippona ci esorta: La stessa passione che si aveva per il mondo la si volga al creatore del mondo. Vi viene forse detto: “Non amate niente”? Tutt’altro. Amate, ma state attenti a ciò che amate. L’amore di Dio, l’amore del prossimo è chiamato carità. Sia risvegliata la carità. (Esposizione sui salmi 31/II,5). All’inizio della creazione troviamo un giardino dove l’uomo viene collocato, alla fine della storia il giardino è divenuto città che viene dall’alto, ma che anche l’uomo, ciascuno di noi, ha contribuito a costruire con relazioni dal sapore di cielo… Come in cielo così in terra.

Monastero di Bergamo