Domenica II del T.O. – Anno B

+ Dal Vangelo secondo Giovanni (1,35-42)

In quel tempo Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa maestro – dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.

Commento

Forse, caro Paolo, non lo sapevano allora i Corinzi e forse non lo sappiamo più nemmeno noi. Il nostro corpo così strapazzato e svenduto o, al contrario così idolatrato, lo abbiamo ricevuto da Dio.

Le tue domande ci inchiodano alle nostre responsabilità! Siamo membra di Cristo ognuno per la sua parte ed il suo compito, così scrivevi ai Corinzi. Lo Spirito abita in noi e desidera manifestarsi proprio attraverso il nostro agire. Nella giornata del migrante e del rifugiato ricordiamo dolorosamente i tanti fratelli che vengono sfruttati, torturati, abbandonati dietro fili spinati o nel mare, disumanizzati con vessazioni e violenze indicibili…

Eppure anche il loro corpo è dono di Dio e tempio dello Spirito della vita che viene da Dio e per loro Gesù ha donato il proprio corpo in croce.

Dal “Calendario del Patrono d’Italia 2024” – Ed. Biblioteca Francescana – Milano