+ Dal Vangelo secondo Matteo (7,31-37)
In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli.
Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.
E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».
Commento
Un incontro inatteso e magnifico: mi hanno portato da te, mi sono lasciato condurre. Mi hai preso in disparte, hai accarezzato il mio cuore con la sua povertà, le sue ferite. Poi hai compiuto quei gesti di così grande intimità: mi sono reso conto di desiderare tutto questo da tanto tempo. Prima hai rimodellato le mie orecchie all’ascolto con le tue dita, poi hai sciolto la mia lingua toccandola con la tua saliva, come con un bacio. Un bacio: bacio di Dio, che rompe le catene. Poi il tuo sospiro, il tuo comando, spirito che attraversa i sensi e li rende sensibili.
Ho imparato finalmente ad ascoltare, le orecchie collegate al cuore; ho imparato a lodare per l’amore di Dio che non può essere taciuto. Ho imparato a sorridere di nuovo.
Il tuo amore mi ha insegnato ad amare.
Dal “Calendario del Patrono d’Italia 2024” – Ed. Biblioteca Francescana – Milano