+ Dal Vangelo secondo Giovanni (6,51-58)
In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me.
Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
Commento
In questo brano troviamo una delle sette espressioni poste sulle labbra di Gesù dall’evangelista Giovanni per rivelare al lettore la sua identità.
Queste espressioni sono composte da una prima parte sempre uguale, «io sono»: sono le parole che Dio utilizza nell’antico testamento per rivelarsi all’uomo. Gesù aggiunge poi un predicato: pane della vita, luce del mondo, porta, buon pastore, risurrezione e vita, via, verità e vita, vite.
Queste sette parole abbracciano tutto ciò che l’uomo cerca per accedere alla vita in pienezza: questa è la vita eterna, che ci viene offerta qui ed ora, mentre ci nutriamo del corpo e del sangue del Signore Gesù, per diventare partecipi della sua stessa vita.
Dal “Calendario del Patrono d’Italia 2024” – Ed. Biblioteca Francescana – Milano