+ Dal Vangelo secondo Matteo (10,37-42)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:
«Chi ama padre o madre più di me non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me.
Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà.
Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato.
Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto.
Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».
Commento
Il miracolo dell’acqua.
Quando sembra che il deserto sia l’unico destino, ecco l’imprevista promessa di una fioritura; l’annuncio di vita nuova, dopo un tempo di sterilità: troppo bello perché possa essere vero!
Eppure è così per la donna che accoglie Eliseo; è così per Paolo che ci parla del battesimo. E infine è così per l’acqua del vangelo offerta con il cuore, figura di ogni gesto di attenzione. Un povero bicchiere d’acqua, ma che disseta davvero; non frutto di abitudine, ma un’attenzione sempre nuova, con rispetto e con affetto; dare acqua fresca è dare nel migliore dei modi possibili.
Allora sì il deserto rifiorisce, il volto risplende, la vita è ritrovata.
Dal “Calendario del Patrono d’Italia 2023” – Ed. Biblioteca Francescana – Milano